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UE, obbligo di trasparenza su temi ambientali e sociali per le grandi imprese

Lotta al greenwashing: la nuova direttiva del Parlamento riguarderà 50.000 aziende rispetto alle 11.700 attuali

UE, obbligo di trasparenza su temi ambientali e sociali per le grandi imprese

UE, obbligo di trasparenza su temi ambientali e sociali per le grandi imprese

Le grandi imprese dell'UE saranno obbligate a rendere pubblici i dati relativi al loro impatto sull’ambiente, sulle persone, sul pianeta e sui rischi di sostenibilità a cui sono esposte.

Il 10 novembre 2022, in plenaria, i deputati hanno infatti adottato in via definitiva la direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità, CSRD - Corporate Sustainability Reporting Directive, con 525 voti favorevoli, 60 voti contrari e 28 astensioni.

Le nuove norme, già concordate con i governi UE, renderanno le imprese più responsabili nei confronti dei cittadini, obbligandole a pubblicare regolarmente i dati relativi al loro impatto sociale e ambientale. Ciò dovrebbe ridurre il greenwashing, rafforzare l'economia sociale del mercato UE e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale.

I nuovi standard di sostenibilità europei

Le norme affrontano le carenze della legislazione attuale sulla dichiarazione di informazioni non finanziarie (NFRD - Non-Financial Reporting Directive), percepita come largamente insufficiente. La CSRD introduce obblighi di trasparenza più dettagliati sull'impatto delle imprese sull'ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi climatici dell'UE.

La Commissione adotterà la prima serie di norme entro giugno 2023.

Le imprese saranno soggette a controlli e certificazioni indipendenti per assicurare che i dati forniti siano affidabiliLa dichiarazione sulla sostenibilità sarà equiparata a quella finanziaria permettendo agli investitori di disporre di dati comparabili e attendibili. Inoltre, dovrà essere garantito l'accesso digitale alle informazioni sulla sostenibilità.

"L'Europa sta dimostrando al mondo - ha dichiarato durante il dibattito in Plenaria, il relatore Pascal Durand (Renew, FR) - che è davvero possibile garantire che la finanza, nel senso stretto del termine, non governi l'intera economia globale".

I nuovi obblighi UE di trasparenza sulla sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese, quotate in borsa o meno, comprese le imprese estere che fatturano più di 150 milioni di euro nell'UE. Le PMI quotate in borsa saranno coperte, ma avranno più tempo per adattarsi alle nuove regole.
La raccolta e la condivisione di informazioni sulla sostenibilità diventeranno la norma per quasi 50.000 aziende nell'UE, rispetto alle circa 11.700 coperte dalle norme attuali.

La Commissione ha presentato la sua proposta di direttiva sulla dichiarazione della sostenibilità delle imprese ad aprile 2021. Nel 2018 il Parlamento ha chiesto una revisione della CSRD e nel 2020 ha formulato le sue raccomandazioni sul governo societario sostenibile.
La CSRD rientra nel Green Deal europeo e nell'Agenda per la finanza sostenibile e fa parte di una più ampia politica dell'UE volta a far sì che le imprese rispettino i diritti umani e riducano il loro impatto sul pianeta.

Le prossime tappe

Il Consiglio dovrebbe adottare la proposta il prossimo 28 novembre e sarà poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.

Le regole inizieranno ad essere applicate tra il 2024 e il 2028:
 
  • Dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025.
  • Dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026.
  • Dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028. (Fonte: Salvina Salerno, https://www.foodandtec.com/)

 

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