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Etichettatura ambientale, il report IdentiPack

Secondo rapporto curato da CONAI e GS1 Italy: il 61,5% del venduto nella GDO riporta informazioni sulla tipologia dell'imballaggio e il corretto smaltimento

Etichettatura ambientale, il report IdentiPack

Etichettatura ambientale, il report IdentiPack Sono sempre di più i prodotti dotati di etichettatura ambientale venduti nei supermercati e ipermercati nazionali. In un anno (quello che termina a giugno 2022) il numero dei prodotti che forniscono indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata è aumentato di +1,7 punti percentuali, arrivando a coprire il 61,5% delle confezioni acquistate dagli italiani.

A fornire questi dati è la seconda edizione di IdentiPack, l’Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, nato nel 2022 per monitorare la presenza in etichetta di qualsiasi informazione destinata ai consumatori riguardante il packaging e le sue caratteristiche ambientali: oltre alle indicazioni obbligatorie, monitora anche la presenza di quelle volontarie (come marchi e certificazioni “green”), fino ai suggerimenti per una raccolta differenziata di qualità e all’adozione di sistemi innovativi, che rinviano alle informazioni ambientali del packaging su pagine web dedicate.

IdentiPack è frutto della collaborazione tra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, e GS1 Italy.

Etichettatura ambientale, i settori più virtuosi

Secondo l’analisi presentata nel dossier, il reparto del freddo è quello più virtuoso per quanto riguarda le informazioni sulla composizione del packaging. Con il 26,5% di incidenza e con un tasso di crescita di +5,1 punti percentuali, gelati e surgelati si confermano i settori con la maggior percentuale di prodotti sulla cui confezione è riportata la codifica identificativa dei materiali di cui è composto il packaging.
Seguono, con valori superiori alla media del grocery, le carni, la drogheria alimentare, il cura casa e l’ortofrutta.

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Inoltre, il 40,2% dei prodotti grocery rilevati indica sulle etichette non solo il tipo di imballaggio utilizzato, ma anche le corrette modalità di conferimento in raccolta differenziata.

Tra i comparti merceologici, quello con la maggior presenza di prodotti sulle cui etichette sono indicate le corrette modalità di conferimento in raccolta differenziata è la pasta, con oltre il 68% delle referenze. Seguono i cibi per l’infanzia con il 67,9%, i surgelati con il 65,6%, il pane e sostitutivi con il 65,5% e la gastronomia vegetale sostitutiva con il 64,9%. A livello di singole categorie, i trend di crescita più significativi sono stati registrati nelle specialità etniche, nelle bevande fresche, negli spalmabili dolci, nel settore della carne bovina e in quello dei prodotti da ricorrenza.

Sempre più diffusa è anche la pratica di inserire in etichetta le indicazioni riguardanti la compostabilità degli imballaggi. In particolare – si legge nel rapporto sull’etichettatura ambientale – sono 321 le referenze che riportano in etichetta queste indicazioni, relative a confezioni, imballaggi, buste, pellicole, barattoli o bottiglie.
 
“Un’innovazione sicuramente importante sul fronte della sostenibilità – osserva l’indagine – a patto, però, che questi packaging vengano gestiti in maniera corretta dai consumatori, in modo da garantirne la compostabilità. Infatti per fare in modo che il loro fine vita sia effettivamente sostenibile e non infici alcun processo di riciclo, questi imballaggi devono riportare la certificazione di compostabilità e precisare di dover essere destinati alla raccolta differenziata per rifiuti organici“.
 

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Le informazioni ambientali sono anche digitali

Alcune aziende hanno scelto di mettere a disposizione dei consumatori, in formato digitale, le informazioni relative alle caratteristiche dei loro prodotti, delle filiere da cui provengono, dei loro profili nutrizionali e anche del loro impatto ambientale e delle iniziative adottate per continuare a migliorarlo. Ad esempio tramite un QR code che rimanda ai siti web.

Si tratta, comunque, di una pratica ancora poco diffusa nel mondo del grocery. Analizzando, infatti, le tipologie di prodotti che offrono quest’opportunità ai consumatori, emerge che la presenza di queste informazioni è molto concentrata nell’area del cura casa, con il 29,0% delle referenze, e che raggiunge un ampio livello di diffusione soprattutto nella detergenza bucato (79,6%), nella detergenza stoviglie (56,9%), nel cura tessuti (48,5%) e nei detergenti per superfici (41,4%).

Tutti gli altri reparti del grocery mostrano, invece, una presenza inferiore alla media di prodotti con queste informazioni in etichetta e con valori assoluti molto bassi. (Fonte: Francesca Marras, https://www.helpconsumatori.it/)

 

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