L'azienda sanitaria altoatesina è stata la prima azienda sanitaria in Italia a superare i severi criteri secondo il sistema di gestione del rischio "Phoenix 5.0".
L'attestato è stato consegnato da Carlo Perini, Presidente di CSQA, durante una conferenza stampa.
Il percorso è iniziato con una "fotografia del rischio" dell'azienda sanitaria ad opera dell'Università "LUISS" (Libera Università degli Studi sociali) di Roma ed è proseguito con l'accompagnamento del prof. Stefano Mezzopera per l'implementazione di un sistema di gestione del rischio secondo lo standard "Phoenix 5.0".
Infine CSQA ha rilasciato l'attestazione di conformità allo standard.
Sulla base di questa valutazione indipendente, circa 50 persone dell'area clinica sono state formate come responsabili della gestione del rischio: avranno un ruolo importante nella gestione clinica insieme al team di gestione del rischio operativo, sotto la guida dello specialista Oliver Neeb nei dipartimenti e nei servizi in futuro.
"Ogni giorno abbiamo a che fare con persone malate, a volte gravemente malate nelle nostre strutture, che spesso hanno anche una condizione generale molto fragile. È nostro dovere e missione garantire il massimo livello possibile di sicurezza in un'azienda di queste dimensioni. Ecco perché sono molto lieto che ora abbiamo nero su bianco che il settore sanitario è ben attrezzato in questo senso", afferma il direttore generale Florian Zerzer.
"Sfortunatamente - afferma Il direttore sanitario Josef Widmann - gli eventi avversi non possono essere esclusi con assoluta certezza nella pratica clinica quotidiana. Tuttavia, con un sistema di gestione del rischio ben sviluppato possiamo ridurre o prevenire errori futuri.
Ci insegna anche come affrontare meglio gli errori: non è importante identificare i colpevoli, ma effettuare analisi che ci consentano di migliorare i processi, il che porta direttamente ad un aumento della sicurezza del paziente".
In concreto, ciò significa, ad esempio, che soprattutto nelle aree ad alto rischio, come nei reparti in cui esiste il rischio di caduta a causa di un numero crescente di pazienti anziani, vengono effettuate analisi al fine di identificare eventuali errori di processo e avviare miglioramenti.
"È anche importante creare un cambiamento culturale al fine di aumentare la consapevolezza dei problemi di sicurezza", afferma Oliver Neeb, responsabile del rischio operativo. "Non solo abbiamo un alto livello di motivazione tra i partecipanti al corso, ma anche tra i dipendenti che lavorano nel campo clinico in generale. Ecco perché sono convinto che una formazione sempre migliore sulle questioni di rischio contribuirà gradualmente a rendere le aree critiche ancora più sicure a lungo termine". (Fonte: https://www.sabes.it/)
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Azienda sanitaria dell'Alto Adige certifica la gestione del rischio