
L’iniziativa intende promuovere gli investimenti privati in azioni concrete a favore della natura – come il ripristino di zone paludose, la forestazione o la creazione di habitat per impollinatori – attraverso la generazione di “crediti natura”: unità certificate che attestano il beneficio ecologico di un determinato intervento e che possono essere acquistate da aziende, enti pubblici o cittadini.
Questa misura si inserisce nel più ampio impegno europeo per contrastare il degrado ambientale e i cambiamenti climatici, fornendo al contempo opportunità economiche alle comunità che vivono e lavorano a stretto contatto con gli ecosistemi.
Cosa sono i crediti natura
Come chiarito dalle FAQ pubblicate contestualmente al comunicato della Commissione, i crediti natura rappresentano un investimento volontario in azioni positive per l’ambiente, supportato da un sistema di certificazione indipendente.Chi investe – che si tratti di un’azienda, un istituto finanziario, un ente pubblico o un cittadino – può trarre vantaggi tangibili come una riduzione dei rischi ambientali, il miglioramento della reputazione aziendale, l’aumento dell’accettabilità sociale dei propri progetti e, in alcuni casi, il contenimento dei costi operativi.
Per esempio, un gruppo di agricoltori che collabora per ripristinare un’area naturale potrà ottenere una certificazione da un ente accreditato.
I risultati di tale intervento, verificati e quantificati, potranno generare crediti natura vendibili sul mercato a soggetti interessati a sostenere la biodiversità o raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità.
Un’opportunità per il settore primario e per i territori
Uno degli aspetti più rilevanti della Roadmap è il coinvolgimento diretto di attori come agricoltori, silvicoltori, pescatori, proprietari terrieri e comunità locali.Per questi soggetti, i crediti natura rappresentano non solo una fonte di reddito aggiuntiva, ma anche uno strumento per rafforzare la resilienza delle proprie attività economiche.
Interventi come la conservazione delle siepi, la cura dei pascoli o il miglioramento della biodiversità del suolo possono generare benefici ambientali e al tempo stesso ridurre i costi di produzione, migliorare la fertilità dei terreni, potenziare l’impollinazione e aumentare la disponibilità idrica.
La Commissione sottolinea che il meccanismo è volontario e non implicherà ulteriori oneri obbligatori, ma al contrario verrà strutturato in modo da semplificare la certificazione grazie all’uso di strumenti digitali e alla definizione di standard chiari e condivisi.
Un mercato emergente da 180 miliardi di dollari
Sebbene i mercati dei crediti natura siano ancora in fase embrionale, si prevede che la domanda globale possa raggiungere i 180 miliardi di dollari nei prossimi anni.L’obiettivo dell’Unione è intercettare una parte significativa di questa domanda per contribuire a colmare l’attuale divario annuo di finanziamento per la biodiversità, stimato in circa 37 miliardi di euro.
A tal fine, la Commissione intende procedere in modo graduale ma strutturato, promuovendo progetti pilota e istituendo un gruppo di esperti che svilupperà le metodologie di certificazione e le regole di governance del sistema.
L’invito a partecipare è aperto a tutti gli attori interessati – dalle imprese alla società civile – e le candidature per la prima fase potranno essere presentate fino al 10 settembre 2025.
Differenze rispetto ai crediti di carbonio e ruolo della certificazione
È importante sottolineare che i crediti natura non si sovrappongono ai crediti di carbonio.Mentre questi ultimi sono focalizzati sulla riduzione o compensazione delle emissioni di CO₂, i crediti natura hanno come obiettivo principale la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
I due strumenti possono tuttavia essere complementari, soprattutto nei casi in cui i progetti ambientali generano benefici sia in termini di assorbimento del carbonio sia in termini ecologici.
Un altro elemento centrale della Roadmap è il binomio certificazione-crediti.
La certificazione attesta il rispetto di determinati standard ambientali, mentre i crediti rappresentano l’output negoziabile e monetizzabile di quelle azioni, garantendo trasparenza e credibilità all’intero processo. (Fonte: https://www.ruminantia.it/)