“Non si tratta solo di garantire che un prodotto non faccia male e sia privo di rischi. Questo è un prerequisito standard – esordisce così Sandro Luca Galasso, direttore qualità e sicurezza alimentare Coop Italia – Coop va oltre, oltre il classico concetto di sicurezza alimentare. Si impegna ad arricchirlo con valori disseminati lungo tutte le filiere. Se infatti da una parte i valori fondanti si sono sempre espressi in questa direzione, è dal 2017 con la campagna ‘Alleviamo la Salute’ che si è formalizzato l’impegno di Coop sul benessere animale e sull’uso del farmaco in zootecnia:
“Siamo intervenuti, in modo progressivo, su tutte le filiere animali che forniscono prodotti a marchio Coop, dando ai nostri fornitori indicazioni chiare per raggiungere l’obiettivo – racconta Antonella Donato, responsabile qualità Food e Non Food Coop Italia –. L’obiettivo era di passare a un ulteriore miglioramento delle condizioni negli allevamenti, in modo da prevenire l’insorgere di zoopatologie e quindi andare a ridurre l’utilizzo dei farmaci antibiotici, con un uso razionale al bisogno ed eliminarlo quando non necessario”.
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Garantire la bontà, la freschezza e la sicurezza è l’impegno che Coop porta avanti insieme a Padania Alimenti, secondo particolari disciplinari che regolamentano il benessere e l’alimentazione delle vacche da latte
Emblema della vita, il latte più di tanti altri alimenti ha un carattere trasversale. Bambini e adulti, da bere o per cucinare, usato tanto in casa quanto nelle aziende alimentari, il latte e i suoi derivati si prestano a ogni momento della giornata. Ed è anche per questo che deve, intrinsecamente, essere buono sotto ogni punto di vista. Operativa dal 1952 nel cuore della Pianura Padana, tra Mantova, Cremona, Reggio Emilia e Parma, Padania Alimenti è dal 2004 fornitrice di latte a marchio per Coop. “Ritiriamo quotidianamente il latte presso le 49 aziende agricole che producono per noi tra Cremona, Mantova, Brescia, Lodi e Milano – racconta Sergio Branchini, Responsabile Assicurazione Qualità di Padania Alimenti –. Le nostre sono praticamente tutte abilitate alla produzione di latte di alta qualità. Ci sono filiere a carattere volontario, quella del latte biologico che in questo momento contempla sette aziende agricole e quella il cui caposaldo è che le vacche da latte siano alimentate con mangimi non contenenti o derivanti da OGM”.
Una volta in azienda il latte subisce una pastorizzazione cosiddetta gentile, “per il latte fresco a 74°C per 15 secondi, stesso tempo per il microfiltrato ma a 77°C – specifica il responsabile –. Temperature che al latte non arrecano danni nutrizionali, organolettici, chimici o fisici, ma determinano oltre i 70°C l’abbattimento della carica batterica dei patogeni. Resta la parte di carica batterica buona, che non è nociva ma anzi è salutare, ma per la quale è necessario garantire la catena del freddo tra 0 e 4°C”. Siamo abituati a trovarlo così, confezionato e nel banco frigo, ma non dimentichiamo mai che il latte nasce dalle vacche. E affinché sia buono è fondamentale che le bovine vivano bene, tanto che tutte le aziende agricole della filiera di Padania Alimenti sono certificate benessere animale in allevamento secondo il disciplinare 122 di CSQA, cosiddetto Classyfarm.
Fornitore di latte a marchio Coop dal 2004, Padania Alimenti ha sottoscritto il capitolato come avviene per ogni referenza a marchio. “Il latte che forniamo a Coop appartiene a una specifica filiera composta da otto aziende agricole che producono latte secondo il disciplinare sottoscritto – spiega Branchini –. Ci sono diversi requisiti, in particolare l’alimentazione no OGM delle bovine da latte, l’approvvigionamento presso mangimifici certificati secondo questi standard. Non possono essere fornite alle bovine in allevamento farine e grassi di origine animale, e tutti gli allevamenti devono essere certificati per il benessere animale secondo lo standard Classyfarm. Inoltre la filiera Coop prevede una raccolta con camion separato e scarico in serbatoio dedicato, nonché la lavorazione in una determinata fascia oraria per evitare la cross contamination”.
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Fonte: La Repubblica.it