
La sua centralità è dettata da una duplice pressione: la crescente consapevolezza dei consumatori e le stringenti direttive legislative europee. Da un lato, il consumatore moderno è sempre più esigente, cerca non solo qualità, ma anche trasparenza e garanzie sull`impatto ambientale ed etico dei prodotti.
Questa domanda spinge le aziende agricole e agroalimentari a integrare la sostenibilità nelle pratiche e nella comunicazione. Dall`altro, la direttiva UE sul Greenwashing (che andrà recepita entro la primavera 2026) vieta le etichette di sostenibilità «autocertificate», rendendo obbligatorie verifiche da parte di terzi per qualsiasi «green claim», imponendo serietà e oggettività.
Il decreto Rilancio (luglio 2020) ha istituito un «sistema di certificazione della sostenibilità» per la filiera vitivinicola, estendibile ad altre filiere agroalimentari presso il Masaf.
Un percorso che, però, stenta a decollare. Un’opzione concreta e potenzialmente già utilizzabile per le aziende agricole e agroalimentari che cercano una certificazione terza sulla sostenibilità è invece il Made green in Italy (Mgi). È lo schema nazionale volontario promosso dal Ministero dell`ambiente e della sicurezza energetica (Mase) per la valutazione e la comunicazione dell`impronta ambientale dei prodotti italiani in tutti i settori.
L`obiettivo del Mgi è valorizzare i prodotti con buone o ottime prestazioni ambientali, rendendoli riconoscibili ai consumatori tramite un logo che inco- Made green in Italy è lo schema, messo a disposizione dal Mase, utilizzabile anche dal comparto agroalimentare, per certificare velocemente la sostenibilità tramite enti terzi riconosciuti da Accredia raggia scelte consapevoli.
La misurazione delle prestazioni ambientali si basa su un confronto con un benchmark (uno standard di riferimento di categoria) e classifica i prodotti in tre classi: A (superiore al benchmark, eccellenza), B (prossimo al benchmark, buon livello) e C (inferiore al benchmark).
Solo i prodotti in classe A e B (quest`ultimo con impegno di miglioramento) possono ottenere il logo Mgi. Il Mase concede la licenza d`uso del logo per tre anni, previa verifica positiva da parte di un ente riconosciuto come CSQA , il primo ad aver ottenuto l`accreditamento Accredia per il Mgi.
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Fonte: L’Informatore Agrario