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Monitoraggio del suolo: pubblicata la direttiva (UE) 2025/2360

Per la prima volta un quadro normativo unitario per il monitoraggio e resilienza del suolo, gestione dei siti contaminati

Monitoraggio del suolo: pubblicata la direttiva (UE) 2025/2360
Monitoraggio del suolo: pubblicata la direttiva (UE) 2025/2360 La Direttiva (UE) 2025/2360 del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 26 novembre 2025, introduce per la prima volta un quadro normativo unitario dedicato al monitoraggio del suolo, alla sua resilienza e alla gestione dei siti contaminati. 

Si applica a tutti i suoli presenti sul territorio degli Stati membri e dovrà essere recepita entro il 17 dicembre 2028.

Gli obiettivi della nuova direttiva 2025/2360

Obiettivo cardine della nuova direttiva (UE) 2025/2360 è quello di istituire un quadro solido e coerente di monitoraggio del suolo in tutta l’Ue, allo scopo di “ridurre la contaminazione a livelli non considerati nocivi per la salute umana e per l’ambiente, migliorare costantemente la salute del suolo nell’Unione, mantenere suoli in condizioni sane e prevenire e affrontare tutti gli aspetti di degrado del suolo, al fine di conseguire suoli sani entro il 2050, cosicché possano fornire molteplici servizi ecosistemici su una scala sufficiente a soddisfare le esigenze ambientali, sociali ed economiche, possano prevenire e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, e possano aumentare la resilienza a difesa dalle catastrofi naturali e in termini di sicurezza alimentare”.

I tre pilastri principali della Direttiva Suolo

Secondo il testo ufficiale, la direttiva stabilisce norme in materia di:
  • monitoraggio e valutazione della salute del suolo;
  • resilienza del suolo;
  • gestione dei siti contaminati.
La direttiva in esame entrerà in vigore il 16 dicembre 2025.

Termini e obblighi di recepimento della Direttiva

La direttiva Ue 2025/2360 dovrà essere recepita entro il 17 dicembre 2028.

Gli Stati membri disporranno dunque di tre anni di tempo per procedere alla definizione delle soglie per i parametri fondamentali, nonché all’istituzione dei registri dei siti potenzialmente contaminati.

Sarà inoltre obbligatorio attivare il monitoraggio dei contaminanti emergenti, come i PFAS e i pesticidi.
Infine, dovranno essere predisposte adeguate misure per attuare principi di mitigazione del consumo di suolo, focalizzandosi in particolare sul monitoraggio dell’impermeabilizzazione del suolo (ovvero la copertura con materiali non permeabili come cemento o asfalto) e della rimozione del suolo (ossia l’asportazione di terreno in attività come la costruzione).

Suolo: definizione, salute e resilienza

La direttiva Ue 2025/2360 definisce il suolo come lo strato più superficiale della crosta terrestre situato tra il substrato roccioso o il materiale parentale e la superficie terrestre, costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi.

Con l’espressione «salute del suolo» si fa riferimento alle condizioni fisiche, chimiche e biologiche del suolo che ne determinano la capacità di funzionare come un sistema vivente essenziale e di fornire servizi ecosistemici.

Quando si parla di resilienza del suolo si intende la capacità dello stesso di preservare le proprie funzioni e mantenere le proprie capacità di fornire servizi ecosistemici, nonché di resistere alle perturbazioni e riprendersi dalle stesse.

Degrado del suolo nell’Unione europea: impatto e valore

Si stima che attualmente tra il 60% e il 70% dei suoli nell’Unione Europea siano deteriorati e continuino a degradarsi, comportando costi stimati in decine di miliardi di euro all’anno.

Cause e conseguenze del degrado di suolo

Il degrado del suolo ha un impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente, compromettendo i servizi ecosistemici essenziali forniti dai suoli.

I principali aspetti del degrado si suddividono in:
  • Degrado Fisico: impermeabilizzazione e artificializzazione, erosione, compattazione e riduzione della capacità di ritenzione e infiltrazione idrica.
  • Degrado Chimico e Biologico: eccesso o esaurimento di nutrienti, acidificazione, salinizzazione, contaminazione, nonché la perdita di carbonio organico e di biodiversità del suolo.

L’importanza dei suoli sani

I suoli sani sono fondamentali per l’ambiente grazie al loro ruolo cruciale di supporto a:
  • Biodiversità: ospitano oltre il 25% della biodiversità globale (microrganismi, lombrichi, insetti, ecc.), contribuendo alla diversità ecologica e alla stabilità degli ecosistemi.
  • Clima: i suoli sono il secondo più grande comparto di carbonio del pianeta. La loro capacità di catturare e stoccare il carbonio li rende essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione in materia di cambiamenti climatici. (Fonte: https://www.insic.it/)

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