Domenica 30 novembre si sono celebrate le nozze d’argento del “Radicchio… D’argento”, il Concorso Gastronomico Interregionale che dal 2000 rende omaggio e valorizza il Radicchio di Verona IGP, autentica eccellenza agricola e simbolo identitario della pianura scaligera.
La venticinquesima edizione ha preso vita nella cornice suggestiva del Castello di Bevilacqua, nel cuore della zona di produzione, dove i giovani chef degli istituti alberghieri regionali e nazionali hanno presentato le loro creazioni a base di Radicchio di Verona IGP, accompagnate dai vini delle cantine locali. Una giuria presieduta dallo chef Andrea Cesaro ha premiato i piatti più convincenti per equilibrio, estetica, innovazione e rispetto della tradizione.
«È un’emozione arrivare a questo traguardo delle 25 edizioni – ha dichiarato Cristiana Furiani, presidente del Consorzio del Radicchio di Verona IGP – per un evento nato per mettere in luce tutte le potenzialità gastronomiche e culinarie di un prodotto che rappresenta una vera eccellenza del territorio. Il Radicchio di Verona IGP sta conquistando sempre più spazio nel carrello degli italiani, grazie anche alle molte attività messe in campo dal Consorzio: dagli spazi televisivi nazionali e locali ai convegni, fino agli eventi internazionali. Il Radicchio d’Argento è una celebrazione annuale che non solo esalta il prodotto, ma rafforza la squadra in vista delle prossime iniziative di promozione. È un impegno costante, 365 giorni l’anno, che sta dando grandi soddisfazioni anche sul fronte commerciale: quest’anno il Radicchio di Verona IGP è entrato nella linea Fior Fiore di Coop Italia, dedicata alle eccellenze gastronomiche del Paese».
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La giornata si era aperta già al mattino con il convegno “Le neuroscienze, ricerche per nutrire la mente”, ospitato nel suggestivo Monastero di San Salvaro, tra Padova e Verona: un antico luogo di sosta per pellegrini, oggi museo e ostello, che ha fornito la cornice ideale per riflettere sul legame profondo tra cibo, mente e territorio.
Sul piano normativo, Luca Valdetara (CSQA) ha ricordato come i prodotti DOP e IGP italiani – oltre 330, accanto a migliaia di tradizionali – godano oggi di una tutela estesa oltre l’UE: un sistema che protegge produttori e consumatori, garantendo trasparenza, controlli e autenticità. «Il margine di crescita degli ortofrutticoli IGP è ancora enorme – ha sottolineato – e la forza del marchio è sempre il lavoro collettivo del territorio».
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Fonte: ItaliaFruitNews.net