Home Corporate Comunicazione Rassegna Stampa Vallèe d’Aoste Fromadzo DOP: dalla tradizione casearia casalinga alla certicazione DOP

Vallèe d’Aoste Fromadzo DOP: dalla tradizione casearia casalinga alla certicazione DOP

Nel cuore della gastronomia valdostana materie prime e prodotti della tradizione nella Valle del terzo millennio.

Vallèe d’Aoste Fromadzo DOP: dalla tradizione casearia casalinga alla certicazione DOP

Vallèe d’Aoste Fromadzo DOP: dalla tradizione casearia casalinga alla certicazione DOP

Si dice che storicamente nelle famiglie valdostane si consumava quotidianamente l’attuale `Valle d`Aosta Fromadzo DOP“. Il formaggio di casa, il Fromadzo appunto, è da sempre esistito sulla tavola dei nostri antenati e, a differenza dalla Fontina, che prevedeva l`utilizzo del latte intero, il `Valle d`Aosta Fromadzo DOP” permetteva la scrematura del latte per la produzione del burro.

Fontina e burro, considerati ricchi e preziosi, fungevano solitamente da prodotti destinati al commercio, realizzati in alpeggio e quindi raramente consumati dai loro produttori o peggio ancora da chi affidava le mucche per l’estate. La produzione del Fromadzo avveniva, sino alla fine degli anni Sessanta, solamente nelle latterie turnarie, capillarmente diffuse su tutto il territorio, soprattutto nei villaggi più marginali di difficile accesso.

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La produzione termina con le operazioni di salatura, le forme vengono riposte su scaffali in abete rosso e sottoposte a spazzolatura con cadenza settimanale per circa 60 giorni. Il colore giallo paglierino iniziale della superficie si trasforma, per effetto della spazzolatura, fino a raggiungere una tonalità tendente al grigio con sfumature rossicce che sono la caratteristica colorazione del formaggio stagionato.

Quale è la vita del Fromadzo oggi? Ne abbiamo parlato con Danilo Crivon della Fromagerie Haut Val d`Ayas, caseificio cooperativo e unico produttore di rilievo, certificato da CSQA, che produce circa 3.500 forme di un peso medio di 3,5 kg, nella versione semi grassa (tra1120 e il 35 per cento di sostanza grassa sul residuo secco).

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Fonte: La Vallèe Notizie

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