La certificazione volontaria del verde, tra tutela della biodiversita’ e “Servizi ecosistemici della salute”

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La certificazione volontaria del verde, tra tutela della biodiversita’ e “Servizi ecosistemici della salute”

L’ultimo Rapporto del Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente (SNPA) riporta che fra il 2019 e il 2020 il consumo di suolo netto in Italia è aumentato di 51,7 chilometri quadrati, incremento che resta in linea con quanto avvenuto negli ultimi anni, cioè un valore di 14 ettari al giorno, ancora molto lontano dagli obiettivi comunitari che dovrebbero portare il consumo netto a zero entro il 2050.

Una delle conseguenze di tale tendenza, che vede nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi andarsi a sostituire ad aree naturali e agricole, è la drastica riduzione, se non l’azzeramento, dei cosiddetti “servizi ecosistemici”.

Con tale termine di intendono quelle funzioni che la natura offre a beneficio dell’uomo in termini di mitigazione climatica, stoccaggio dell’anidride carbonica, di mantenimento della biodiversità, della funzione di filtro operato dalla vegetazione nei confronti delle polveri inquinanti etc.


Parallelamente il Rapporto “World Urbanization Prospects” dell’Onu, indica che continuerà lo spopolamento nei centri con un numero di abitanti inferiore a 10.000 a favore di quelli più grandi (>300.000 abitanti). Secondo tale rapporto la popolazione che vive nelle aree urbane nel 2050 aumenterà del 7% rispetto al 2015.

Se si considerano congiuntamente questi due fenomeni è evidente la necessità, oltre che di rallentare il consumo di suolo, di andare anche a “compensare” la conseguente perdita di servizi ecosistemici, in particolar modo nelle aree urbane nelle quali, stanti le previsioni suddette, la concentrazione demografica continuerà nei prossimi anni ad aumentare.

Da qui la crescente attenzione da parte del mondo della ricerca, dell’Amministrazione Pubblica, ma anche di una collettività sempre più attenta a questi temi, di soluzioni che possano incrementare i servizi ecosistemici delle nostre città, con l’auspicio di renderle dei luoghi sempre più a misura d’uomo, vivibili e sani.

Un ruolo importante lo può giocare lo strumento della certificazione, inteso come sistema di garanzia nei confronti dei consumatori dell’impegno delle amministrazioni alla valorizzazione dei servizi ecosistemici generati dalle aree verdi urbane.
In tale ottica alcuni schemi di certificazione si sono dotati di strumenti specifici atti a “misurare” tali servizi e a monitorarli nel tempo.


In tale maniera si può, ad esempio, garantire alla collettività che durante la validità della certificazione in un Comune certificato non avvenga la riduzione della superficie a verde né dell’indice di copertura arborea, oppure che vengano adottate prescrizioni particolari a favore della biodiversità o la programmazione degli interventi di potatura nel rispetto della dominanza apicale degli alberi e tenendo conto dei periodi in cui avviene la riproduzione dell’avifauna.

La principale proposta di CSQA in tale ambito è lo Standard di certificazione della Gestione Sostenibile del Verde Urbano di PEFC Italia.

La norma è basata sui requisiti previsti dal PEFC Internazionale e declinata e adattata a livello nazionale da uno Specifico Gruppo di Lavoro, anche sulla base dei principali riferimenti e standard esistenti a livello nazionale per la gestione delle aree verdi.


Un'ulteriore proposta riguarda la norma denominata "Parchi della Salute" di prossima applicazione.
Si tratta di una serie dei requisiti che un’area verde dovrà possedere per potersi fregiare di tale denominazione.
Tali requisiti si basano sui vari contributi relativi da un lato al benessere delle persone e dall'altro alla componente arborea, del suolo e del paesaggio sino alla componente gestionale, affinché la cura del verde delle nostre città si tramuti sempre più in cura delle persone che vi vivono.  


Con tale norma possono pertanto a valorizzare, misurare e monitorare le azioni messe in atto dagli amministratori rivolte all’idoneità della aree verdi alla salute delle persone in generale, nonché di alcune categorie particolari, affinché la cura del verde delle nostre città si tramuti sempre più in cura delle persone.
 

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