L'Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) dei prodotti agroalimentari del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste (Masaf) ha rinnovato l’autorizzazione, con Decreto Ministeriale, a CSQA a effettuare i controlli per la Denominazione di Origine Protetta Asparago bianco di Bassano per i prossimi tre anni.
L'Asparago Bianco di Bassano era già stimato nel primo Cinquecento dalla Serenissima come cibo nobile, in quanto se ne trova traccia nella contabilità di banchetti offerti a ospiti di grande riguardo.
Una stima confermata a livello europeo in epoca moderna dal riconoscimento DOP avvenuto nel novembre 2007.
L’area produttiva dell'Asparago bianco di Bassano comprende una decina di Comuni della provincia di Vicenza ed è lambita dal fiume Brenta.
Coinvolge una cinquantina di operatori per una produzione complessiva di circa 800 quintali.
Raccolti ogni giorno alle luci dell’alba per garantire la massima qualità del prodotto, dopo la raccolta gli asparagi vengono lavati, puliti e scelti rigorosamente a mano.
Vengono poi legati con un succhione di salice detta “Stroppa” sul quale è applicata l’etichetta tricolore recante un numero seriale che riconduce alla data del raccolto e al produttore.
Questa è una caratteristica inconfutabile dell’Asparago Bianco di Bassano DOP.
La coltivazione dei turioni segue un’antica tradizione locale per cui ogni anno si inizia la raccolta il giorno di San Giuseppe 19 marzo e si conclude il giorno di Sant’Antonio di Padova il 13 giugno.
L’asparago bassanese è un’eccellenza, un prodotto di nicchia, sempre più ricercato anche all'estero.
Il successo è legato alla qualità di un prodotto frutto di un grande lavoro, e alla sinergia con il territorio che promuove un turismo enograstronomico.
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Asparago bianco di Bassano DOP, da cibo nobile della Serenissima al riconoscimento DOP