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Ferrarese, CSQA: DOP e IGP sono un modello economico, servono visione e indirizzo chiaro per PMI

Parla Mariachiara Ferrarese (CSQA): «Le garanzie sono un modello economico». Certificazioni DOP IGP e sostenibilità gli alimenti made in Italy valorizzati dalle garanzie.

Ferrarese, CSQA: DOP e IGP sono un modello economico, servono visione e indirizzo chiaro per PMI
Ferrarese, CSQA: DOP e IGP sono un modello economico, servono visione e indirizzo chiaro per PMI

Nel cuore della Dop economy italiana c’è un attore che da oltre trent’anni accompagna filiere, territori e imprese nella costruzione della fiducia: CSQA, organismo di certificazione a controllo pubblico che oggi rappresenta uno dei pilastri più solidi del sistema agroalimentare nazionale. A guidarlo è Maria Chiara Ferrarese, direttore generale e amministratore delegato, che parte da un dato che definisce “genetico”: la presenza, come socio di maggioranza, di un’amministrazione pubblica.

Un elemento che imprime alla società una missione precisa: valorizzare prodotti e produttori che rappresentano il made in Italy e i territori da cui nascono. Ferrarese ricorda che CSQA è nato quando «nessuno certificava i prodotti agroalimentari» e quando l’idea stessa di qualità, nel food, era considerata quasi superflua.

Puntare sulla certificazione, rinunciando alla consulenza, fu una scommessa allora visionaria dell’attuale Presidente Pietro Bonato e oggi decisiva: «Essere un player di sistema significa assumersi una grande responsabilità. Il mondo si aspetta da noi non solo garanzia di conformità, ma capacità di innovare, anticipare, migliorare ». Un approccio che ha reso CSQA un interlocutore percepito come competente, indipendente e capace di operare come infrastruttura del settore.

Quando si parla di Dop e Igp, l’Italia resta un gigante: il Rapporto ISMEA – Qualivita riporta quasi 900 prodotti registrati, 21 miliardi di valore alla produzione e circa 900 mila occupati coinvolti nelle filiere.

«Le Indicazioni Geografi che non sono un marchio: sono un modello economico e al contempo una fotografia esportabile del nostro Paese», osserva Ferrarese, sottolineando come il loro peso – il 19 per cento del valore totale della produzione agroalimentare – generi ricadute dirette su territori, comunità, occupazione e turismo.

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Fonte: Il Riformista

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