Per produrre 1 chilogrammo di pane si immettono in atmosfera (in media) circa 0,70 chilogrammi di anidride carbonica, un gas che sappiamo essere tra le cause dell’effetto serra e del surriscaldamento globale. Su questo valore, la fase di produzione di campo pesa per circa 0,5 chilogrammi. Dietro a questo numero, infatti, si nasconde il consumo di gasolio per lavorare il terreno e per raccogliere la granella, l’utilizzo dei fitofarmaci e, ovviamente, anche quello dei concimi.
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L’uso di Yara Climate Choice si inserisce nel contesto della filiera Campi Protetti Pivetti, un sistema produttivo certificato da CSQA che garantisce la tracciabilità del grano tenero 100% italiano e l’impegno verso pratiche agricole sostenibili. “Da anni lavoriamo per rendere la nostra farina sempre più responsabile dal punto di vista ambientale, economico e sociale”, ha ricordato Alessandro Zucchi, agronomo e responsabile Filiera di Molini Pivetti.
Proprio l’analisi LCA, Life Cycle Assessment, condotta sull’intero ciclo di produzione della farina, ha messo in evidenza come la fase agricola incida fino al 60% sulle emissioni totali. Per questo motivo l’adozione di fertilizzanti più green rappresenta un passaggio chiave per ridurre l’impatto ambientale della filiera e, allo stesso tempo, offrire al mercato un prodotto premium.
“Il vantaggio è duplice: da un lato si risponde alla domanda di aziende e consumatori che cercano prodotti più sostenibili; dall’altro si crea un valore aggiunto che può essere monetizzato, ad esempio sotto forma di premio di filiera o accesso a nuovi sbocchi commerciali”, ha aggiunto Zucchi.
La certificazione CSQA, già applicata alla filiera Campi Protetti, garantirà che le nuove pratiche agronomiche siano riconosciute e comunicate correttamente sul mercato. Una parte della farina così prodotta, infatti, sarà proposta a industrie alimentari impegnate nella riduzione delle proprie emissioni.
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Fonte: AgroNotizie.it