Il cambiamento climatico entra stabilmente nella ISO 9001 con l’emendamento 2015/Amd 1:2024 e con i chiarimenti della ISO/DIS 9001:2025, orientando contesto, parti interessate e rischi verso la tutela della continuità operativa e della soddisfazione del cliente.
Il quadro normativo dell’emendamento sul clima
A più di un anno dalla sua introduzione e considerando anche l'attuale versione del più famoso standard sui sistemi di gestione (ISO/DIS 9001:2025), la cui emissione definitiva, è prevista a settembre 2026, si approfondisce come possono essere applicate le modifiche introdotte dall’emendamento.Ovviamente le indicazioni restano di carattere generale; all’interno di ogni organizzazione esse dovranno essere declinate puntualmente.
L’emendemento richiede che vengano considerati sia gli elementi di contesto che le parti interessate – rispettivamente requisiti 4.1 e 4.2 dello standard.
Nella pratica tali modifiche hanno inevitabilmente delle ricadute anche su altri aspetti, a cominciare dall’analisi dei rischi.
In altri termini, “muovendo requisiti alti” l’impatto può propagarsi all’interno della norma, per quanto ciò non sia esplicitato, e conseguentemente sull’intero sistema di gestione della qualità in ogni organizzazione.
Il tema è ripreso anche dalla Appendice 1, di carattere informativo, della versione DIS dello standard, che fa riferimento esplicito al tema del cambiamento climatico fornendo dei chiarimenti utili.
La nuova ISO/DIS 9001:2025 e l’appendice A sul clima
La nuova versione della ISO DIS 9001, pubblicata a luglio 2025 e che si pone come un documento intermedio in attesa della versione FDIS, prevista per la tarda primavera del 2026, in attesa, a settembre 2026 della versione finale, allineandosi all’HL, riprende più volte il tema del cambiamento climatico.Il tema è presente ovviamente sia nel paragrafo 4.1. del “Contesto” che nel 4.2. “Esigenze e aspettative delle parti interessate“, in linea con quanto era indicato nell’AMD 1:2024.
Come è noto, uno degli elementi che caratterizza la versione bis della norma è l’Appendice A, che si pone l’obiettivo di chiarire il contenuto dei Requisiti con una struttura perfettamente allineata all’indice dello standard.
Nell’Appendice A sono ovviamente contenuti i riferimenti al Cambiamento Climatico, ove si specifica, in particolare:
- A 4.1 “Per determinare se il cambiamento climatico è un fattore rilevante, esso può essere considerarlo in relazione al possibile impatto sui risultati previsti del sistema di gestione per la qualità, ad esempio all’impatto sulla capacità dell’organizzazione di fornire regolarmente prodotti e servizi che soddisfano i requisiti dei clienti; rispettare i requisiti cogenti e normativi applicabili; migliorare la soddisfazione dei clienti. L’organizzazione può determinare se è rilevante o meno.”
- A 4.2 “Una nota al punto 4.2 ricorda alle organizzazioni che le parti interessate possono avere requisiti relativi al cambiamento climatico.”
Focus sul cliente: l’approccio della norma al climate change
Laddove si tratta del cambiamento climatico l’obiettivo non è quello di indicare nello specifico quali misure mette in atto l’organizzazione per mitigare il suo impatto, azione prevalentemente riconducibile a una misura di sostenibilità, ma ci si “limita” ad analizzare quali possono essere gli impatti del cambiamento climatico sulla produzione e sull’erogazione dei servizi che in ultima analisi possono impattare sul cliente.Questa lettura del resto è assolutamente in linea con quella che è la finalità ultima della norma – raggiungere la piena soddisfazione del cliente.
Ciò non esclude ovviamente che possa essere considerata anche (ma non al posto) la lettura del cambiamento climatico in termini di misure che può mettere in atto l’organizzazione per mitigare le sue attività, siano da escludere.
Non va dimenticato infatti che più volte la norma cita il tema della sostenibilità in particolare nell’appendice A sempre da considerare nella misura in cui sono orientati al cliente.
Inoltre, la gran parte delle misure che applica una azienda per ridurre il suo impatto sull’ambiente, si possono tramutare, nel medio periodo in risparmi di costi per la stessa azienda, con vantaggio indiretto anche per il cliente.
In sintesi, quindi, si può affermare che l’aspetto del Cambiamento Climatico chiarito dall’Appendice A per quanto riguarda la ISO/DIS 9001:2025 è presumibile rappresenti l’avanguardia di un’interpretazione del tema che resterà poi condivisa con gli altri standard.
Non a caso quest’Appendice A resta l’elemento più caratterizzante della norma, in linea con le altre norme come la ISO/IEC 14001, la ISO/IEC 45001, la ISO/IEC 37001 che dispongono in modo analogo di una Linea Guida.
I due percorsi per affrontare il cambiamento climatico
Quando si tratta di affrontare il tema dei cambiamenti climatici all’interno di un’organizzazione, possono essere valutati due percorsi differenti che non sono da considerarsi alternativi ma, piuttosto, coesistenti.Il primo riguarda una serie di aspetti che si riferiscono alle misure intraprese dall’organizzazione per mitigare il proprio impatto ambientale.
Tra queste, ad esempio, le politiche che privilegiano fornitori green o la riduzione della mobilità dei lavoratori mantenendo e potenziando lo smart working o ancora l’impianto fotovoltaico.
In specifici comparti le misure possono ad esempio riguardare:
- una realtà nel settore alimentare può mettere in atto misure volte alla riduzione degli imballi primari e secondari;
- un’azienda di logistica può implementare una soluzione con una componente di AI volta ad ottimizzare i trasporti.
L’altro percorso considera come l’impatto climatico si riflette sulla soddisfazione del cliente:
- nelle aree esterne di un capannone, del materiale pronto per la spedizione potrebbe danneggiarsi in modo irreparabile a seguito di un evento estremo;
- condizioni di temperatura esterne molto elevate potrebbero rendere difficile ottimizzare il ciclo di produzione.
Contesto organizzativo e rilevanza del fattore climatico
Per quanto riguarda il contesto, a seguito delle modifiche introdotte nell’Annex SL, le organizzazioni devono determinare se il cambiamento climatico è una questione pertinente, fermo restando che alcuni settori sono significativamente più coinvolti di altri (es. un’acciaieria rispetto ad uno studio di consulenti del lavoro).Si suggerisce, al fine di valutare la pertinenza del fattore, di analizzare i singoli processi (vedi requisito 4.4) se tale aspetto funge da elemento in ingresso per l’analisi dei rischi.
Per quanto riguarda le misure di mitigazione messe in campo dalle aziende, quelle maggiormente impattanti, dal punto di vista, ambientale di norma dispongono di un sistema di gestione a fronte della ISO 14001:2015 che richiede di considerare il ciclo di vita del prodotto/servizio anche alla luce degli aspetti ambientali.
Parti interessate e requisiti climatici
Questo requisito chiede di indicare quali parti interessate possiedono requisiti relativi al cambiamento climatico. Si tratta quindi di fornire indicazioni in tal senso; ad esempio:- i clienti di un’azienda che progetta e produce impianti industriali sono interessati ad impianti sempre più efficienti dal punto di vista energetico affinchè utilizzandoli riducano i costi di esercizio;
- i clienti di un’azienda commerciale che fornisce legname richiedono che esso provenga da foreste gestite in maniera sostenibile secondo standard certificati da terze parti;
- i clienti di un’impresa che opera nel settore chimico, richiedono che il prodotto non sia stoccato in condizioni di caldo estremo che possano comprometterne la funzionalità.
Si tratta cioè di comprendere come l’organizzazione si impegna a mettere in atto politiche a breve, medio e lungo termine anche in relazione a tale “famiglia” di parti interessate.
Per i requisiti della ISO 9001:2015 che seguono le proposte di modifica derivano dalla ricaduta sugli stessi a seguito delle modifiche introdotte nei requisiti 4.1 e 4.2 della norma. Non si tratta quindi di requisiti esplicitati nel testo del documento nella versione oggetto di analisi ISO DIS 9001.
Rischi, opportunità e analisi costi-benefici climatici
Si tratta in questo caso di individuare rischi ed opportunità connessi agli elementi di cui ai requisiti 4.1 e 4.2; un esempio concreto può aiutare a comprendere.Un’azienda cosmetica valuta di installare un impianto per il recupero delle acque di lavaggio.
Anzitutto dovrà effettuare un’analisi costi/benefici considerando tra i costi quelli di installazione, esercizio e manutenzione dell’impianto e smaltimento delle morchie; tra i benefici, il risparmio dei costi di approvvigionamento dell’acqua e la riduzione delle aree dedicate cisterne con le acque da smaltire.
Tali benefici si ribalterebbero sui clienti che avrebbero una maggiore garanzia di continuità di fornitura in caso di difficoltà di approvvigionamento di acqua e di riduzione dei costi di acquisto.
I rischi deriveranno dalla possibilità che l’utilizzo di acque di lavaggio, come materia prima, compromettano la qualità finale del cosmetico.
Le opportunità, dalla possibilità di disporre di riserve di acqua il caso di difficoltà di approvvigionamento per siccità o altri fattori che renderebbero necessario l’uso di cisterne, con costi molto elevati ed aumento del traffico indotto o addirittura di rallentare la produzione con impatti sul cliente.
In questo ambito quindi l’attenzione si sposta anche sui rischi che corre un’organizzazione, laddove eventi ormai non più sporadici possano impattare su di essa, oltre che un esplicito riferimento alle opportunità come mette in evidenza la ISO/DIS 9001:2025.
Impatti climatici sui processi produttivi
In questo caso si tratta di analizzare i singoli processi per comprendere come questi possano essere impattati dal cambiamento climatico valutando puntualmente le conseguenze e individuando specifiche misure mirate.Ad esempio la temperatura esterna troppo elevata potrebbe compromettere una produzione, che deve essere realizzata all’interno di uno specifico range di temperatura per cui è necessario valutare un impianto di raffrescamento in area produttiva o in una parte della stessa, oppure condizioni climatiche siccitose potrebbero implicare che l’acqua prelevata dalla falda sia insufficiente o troppo fangosa, compromettendo, anche in questo caso la qualità della produzione; rendendo quindi necessario il ricorso a forniture di acqua tramite cisterne o a impianti di filtrazione.
Per quanto concerne invece le misure per ridurre l’impatto dell’organizzazione (la componente di sostenibilità) in moltissimi casi le organizzazioni hanno già provveduto, non fosse altro che per l’esigenza di comprimere i costi, a mettere in atto delle misure (ad es. ottimizzazione degli orari di accensione e spegnimento degli impianti che necessitano di lunghi tempi di riscaldamento post-avvio).
Tali misure sono oggetto di constante aggiornamento da parte delle imprese considerando anche l’innovazione tecnologica (tema anche questo richiamato dalla ISO/DIS 9001:2025) e la possibilità di usufruire di incentivi per ridurne il costo.
In ogni caso, per ottimizzare le scelte e ben indirizzare le risorse, a iniziare da quelle economiche, diventa indispensabile disporre di un significativo set di dati e indicatori come richiesto dal principio n. 6 della ISO 9000:2015 “decisioni basate sui dati di fatto“.
Politica qualità e integrazione dei sistemi di gestione
La politica della qualità dovrebbe indicare la posizione dell’organizzazione anche rispetto ai temi sopra esplicitati; ovviamente anche in questo caso aziende che adottano Sistemi di gestione dell’ambiente e/o energia o più in generale sistemi di gestione della sostenibilità, risulterebbero avvantaggiate anche potenziando l’integrazione tra i sistemi, anche in questo caso in linea con quanto richiede nell’appendice A la ISO/DIS 9001:2025.Indicatori per misurare gli impatti climatici
Dovrebbero essere definiti indicatori che riguardano gli impatti ambientali riconducibili a:- volumi di produzione compromessa a seguito di condizioni ambientali estreme/non in linea con i parametri stagionali;
- valore economico dei danni subiti a seguito di eventi climatici estremi (eventualmente da rapportare anche al premio ed eventuale indennizzo in relazione alla sottoscrizione della polizza catastrofale);
- incapacità di soddisfare il cliente a seguito di eventi climatici critici che hanno compromesso, in tutto o in parte, la produzione/servizio;
- reclami del cliente riconducibili ad eventi climatici che hanno ugualmente compromesso la produzione/servizio.
Audit interni e verifica delle misure climatiche
In fase di pianificazione e svolgimento degli audit una sezione dovrebbe essere dedicata a verificare lo stato della presa in carico delle misure, le decisioni prese a seguito del monitoraggio degli indicatori, lo stato di avanzamento degli obiettivi mirati in relazione al cambiamento climatico.Si potrebbe valutare di pianificare un audit dedicato, oppure inserire domande in relazione ai vari processi oggetto di audit (ad es. commerciale, progettazione, produzione, assistenza, ecc.); la finalità è quella di valutare, all’interno di ogni processo, l’efficacia delle misure prese e lo stato di presa in carico di quelle pianificate e l’impatto sulla qualità del prodotto/servizio erogato.
Riesame direzione e pianificazione degli obiettivi clima
Si dovrebbe valutare di introdurre nel riesame della direzione un paragrafo dedicato al tema per evidenziare quanto questo sia rilevante per l’organizzazione e ovviamente pianificare nel breve-medio-lungo termine obiettivi in relazione ai due assi considerati:- azioni per ridurre gli effetti dell’impatto climatico sulla produzione ed erogazione dei servizi;
- azioni per ridurre l’impatto climatico delle attività svolte.
Quando le misure climatiche migliorano la soddisfazione cliente
Alcune delle misure che possono essere implementate hanno un’incidenza sia sul climate change che sulla soddisfazione del cliente, la quale è lo scopo del sistema di gestione della qualità; alcuni esempi:- ridurre il peso degli imballi primari e secondari può aumentare la soddisfazione del cliente in quanto comporta per lui minori costi di smaltimento degli stessi;
- progettare un’apparecchiatura più efficiente dal punto di vista energetico implica minori costi di esercizio per l’utilizzatore;
- utilizzare fornitori certificati ISO 14001:2015 implica che gli stessi potranno fornire maggiori garanzie di business continuity anche grazie alle verifiche di conformità legislativa cui sono sottoposti;
- installare un impianto di cogenerazione o pannelli fotovoltaici riduce i costi del prodotto/servizio; di questo beneficia, in modo diretto o indiretto, anche il cliente.
Sistemi integrati e certificazioni ambientali come vantaggio
La qualità delle misure implementate e il ruolo dei sistemi di gestione integrati
Le aziende che già dispongono di sistemi di gestione integrati anche con una componente ambientale (es. ISO 14001:2015, ISO 50001:2018), o applicano norme che comportano la presa in carico di misure che impattano sugli aspetti ambientali (es. ISO 14064-1:2018 “Gas ad effetto serra – Parte 1: Specifiche e guida, al livello dell’organizzazione, per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra e della loro rimozione”), sono avvantaggiate da questo punto di vista.Ciò non toglie che debbano continuare ad affinare e a rendere costantemente più efficienti le misure che applicano sempre mantenendo la direzione della soddisfazione del cliente che la riduzione dell’impatto delle loro azioni sul cambiamento climatico.
Bilancio finale e prospettive future
Alla luce di quanto sopra esposto, numerose misure possono essere poste in atto per prendere in considerazione il cambiamento climatico.Si tratta quindi di misure sia volte a soddisfare il cliente che a ridurre l’impatto dell’organizzazione sul cambiamento climatico, quest’ultima in ottica di sostenibilità.
Il bacino a cui attingere è molto ampio ed alla luce produce anche un risparmio sia diretto che indiretto di costi per l’azienda aumentandone al contempo la sua percezione come azienda responsabile. (Fonte: Monica Perego, https://www.agendadigitale.eu/)