
Una chiamata a cittadini e cittadine, consumatori e consumatrici, aziende, scuole, istituzioni per riunirsi nelle botteghe solidali e in tutti i punti di sensibilizzazione che aderiranno per creare consapevolezza e leggere insieme il messaggio di speranza di Sawsan Saleh dalla Palestina occupata: “Ci piacerebbe parlarvi dei nostri sogni, dei nostri successi, del nostro ruolo nello sviluppo, nella giustizia e nell’uguaglianza e nel raggiungimento della sicurezza e della pace, ma dobbiamo soprattutto dirvi che non stiamo bene.”
In un contesto di dilaniante dolore, un appello a non girarsi dall’altra parte ed evitare che la storia si ripeta.
Il movimento del Commercio Equo e Solidale italiano, dopo l’ennesimo grido d’aiuto, si unisce in un appello accorato. Una chiamata a cittadini e cittadine, consumatori e consumatrici, aziende, scuole, istituzioni per riunirsi e leggere insieme il messaggio di speranza di Sawsan Saleh dalla Palestina occupata.
A far nascere l’esigenza di unirsi per sollecitare l’opinione pubblica, l’ennesima storia di orrore e sofferenza che arriva dal diretto contatto delle organizzazioni partner del mondo equo e solidale che raccoglie testimonianze di chi vive la guerra sulla propria pelle.
“Tra queste voci c’è AOWA (L’Association of Women’s Action for Training & Rehabilitation) – organizzazione di donne che producono saponi e olii essenziali venduti nel circuito del Fair Trade – che fino a pochi giorni fa ci ha fatto pervenire il diario di Zainab Al Ghonaimy, attivista per i diritti delle donne e membro della Coalizione delle donne per combattere la violenza contro le donne. Diario che raccoglieva la realtà quotidiana sotto assedio, dando voce a chi resiste tra dolore e speranza. Un diario interrotto dal dolore per la morte dell’intera famiglia di suo nipote che assieme alla moglie, il figlio e le cinque figlie sono state colpite da un missile martedì scorso” racconta Stefania Guerrucci, di Ponte Solidale e a nome del movimento del Commercio Equo e Solidale italiano. “Zainab Al Ghonaimy da anni si batte per la giustizia e la tutela delle donne palestinesi, dirigendo un rifugio per vittime di violenza. È anche membro della Coalizione “Donne, Pace e Sicurezza”, che lavora per attuare la risoluzione 1325 delle Nazioni Unite, la prima a riconoscere ufficialmente l’impatto della guerra sulle donne e il loro ruolo fondamentale nella costruzione di una pace duratura”.
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Equo Garantito gestisce un sistema di garanzia – in linea con gli standard internazionali WFTO (Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale) – per verificare il rispetto di 8 requisiti. Essere iscritti al registro di Equo Garantito dà diritto ad utilizzare il marchio anche sui prodotti e permette alle organizzazioni di essere costantemente monitorate e supportate nel lavoro ma soprattutto di presentarsi di fronte ai consumatori italiani, all’opinione pubblica, alle istituzioni, agli operatori economici, alle organizzazioni del terzo settore, come realtà del Commercio Equo e Solidale, che rispettano criteri e principi chiari e condivisi.
Scopo del marchio Equo Garantito è quello di identificare presso i terzi e presso i consumatori italiani e stranieri le Organizzazioni di Commercio Equo e Solidale iscritte nel Registro Equo Garantito ed i loro prodotti. Il sistema di garanzia di Equo Garantito è certificato da CSQA, ente esterno indipendente che ne conferma la credibilità e l’accuratezza delle procedure utilizzate.
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Fonte: iPresslive.it