
Il turismo sostenibile in ambito agricolo e agroalimentare si configura come un modello di sviluppo capace di integrare la valorizzazione dei territori rurali, la tutela delle risorse naturali e culturali e il rispetto delle comunità locali. È definito come una forma di turismo “che soddisfi i viaggiatori, gli ospitanti e l’industria del turismo supportando obiettivi come la protezione dell’ambiente, la lotta al cambiamento climatico e il mantenimento dell’integrità culturale. Un turismo che incontri i bisogni di tutti e aumenti le opportunità per il futuro, migliorando la prospettiva economica e sociale ed evitando, contemporaneamente, effetti indesiderati sociali, naturali e culturali” 1. Per essere sostenibile il turismo deve tenere pienamente conto dei suoi impatti economici, sociali e ambientali presenti e futuri, rispondendo alle esigenze dei viaggiatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità che ospitano. In particolare, nel contesto delle Indicazioni Geografiche, significa proporre esperienze turistiche che rispettino i cicli produttivi agricoli, promuovano il consumo responsabile di prodotti locali certificati e valorizzino le tradizioni culturali e gastronomiche senza alterare gli equilibri ambientali. Non si tratta quindi solo di attrarre visitatori, ma di aumentare ulteriormente l’impatto positivo delle IG sul territorio e sulla collettività generando valore aggiunto per le comunità locali, favorendo un’economia circolare, limitando l’overtourism e prevenendo fenomeni di banalizzazione dell’offerta.
L’integrazione della sostenibilità turistica nelle imprese e nel territorio
Il Turismo DOP richiede l’integrazione di strategie e modelli organizzativi fra tutti gli stakeholder locali: aziende agricole, imprese agroalimentari e turistiche, istituzioni e cittadini. Questo significa definire una nuova strategia, in una logica territoriale e di sistema che obbliga alla definizione di obiettivi chiari, a un’attenta pianificazione delle attività turistiche (visite aziendali, degustazioni, laboratori didattici, vendita diretta) in modo coerente con i tempi e le esigenze della produzione agricola, senza comprometterne la qualità o aumentare l’impatto ambientale, e in modo integrato con le diverse iniziative enogastronomiche locali; significa anche adottare in modo diffuso pratiche gestionali sostenibili, come l’uso di materiali a basso impatto, la riduzione di fitofarmaci/farmaci veterinari, la gestione efficiente delle risorse naturali, la tutela del paesaggio e della biodiversità, l’educazione dei visitatori alla sostenibilità e ai prodotti del territorio (attraverso eventi/materiale di informazione e formazione), l’efficiente gestione dei rifiuti, la riduzione degli scarti alimentari e la valorizzazione dell’identità territoriale attraverso esperienze autentiche. Gli operatori delle filiere e le imprese agroalimentari che integrano il turismo in modo sostenibile diventano veri ambasciatori del territorio e dei suoi valori.
Le sfide dell’integrazione della sostenibilità tra agricoltura e turismo
Integrare la sostenibilità tra il settore agricolo e quello turistico rappresenta una sfida complessa. L’agricoltura (e più in generale la produzione delle IG) per sua natura, richiede cicli produttivi lunghi, il rispetto della stagionalità, la gestione attenta delle risorse naturali e la continuità delle pratiche tradizionali. Il turismo, al contrario, si basa su logiche di accoglienza, servizi, flessibilità nell’offerta ed è spesso caratterizzato da una domanda stagionale concentrata in brevi periodi. Questa differenza genera criticità operative: le esigenze di accoglienza turistica possono entrare in conflitto con i tempi di produzione agricola; la pressione dei flussi turistici rischia di compromettere la qualità ambientale che le IG si impegnano a preservare. Solo attraverso una pianificazione attenta, una governance territoriale e condivisa, una formazione mirata sarà possibile superare queste difficoltà, costruendo modelli integrati che rispettino entrambe le dimensioni e garantiscano uno sviluppo realmente sostenibile in grado di supportare la conoscenza diffusa delle IG e il loro impiego/consumo, la tutela delle IG anche a livello della ristorazione locale, il contrasto alle iniziative IG non autorizzate o che potrebbero danneggiare la reputazione delle stesse, la creazione di nuovi posti di lavoro e/o la riqualificazione quelli esistenti e lo sviluppo di un turismo più consapevole, rispettoso e responsabile, attento alla sostenibilità, alla cultura locale, alle tradizioni culinarie, all’ambiente nell’accezione più ampia.
“Filiera multifunzionale IG”: gli elementi per un turismo sostenibile
Affinché il Turismo DOP sia realmente sostenibile, è necessario sviluppare alcuni elementi chiave lungo la filiera multifunzionale delle Indicazioni Geografiche.
Governance condivisa: significa definizione di un piano strategico di sviluppo sostenibile condiviso fra i diversi portatori di interesse (Consorzi di tutela, operatori turistici, istituzioni e comunità locali) che preveda obiettivi chiari, impegni precisi, regole comuni, strumenti di monitoraggio, meccanismi di verifica e comunicazione per la sostenibilità nelle sue tre dimensioni ambientale, sociale ed economica. Il Turismo DOP infatti non può basarsi su azioni frammentarie che rischiano di aumentare l’entropia senza raggiungere risultati concreti ma richiede strategie integrate che mettano in risalto l’identità unica delle IG e la loro capacità di attrarre un turismo di qualità. Quanto fino a oggi realizzato dai Consorzi di tutela per la qualità dei prodotti dovrebbe rappresentare il modello da replicare in chiave turistica.
Formazione e qualificazione professionale: significa creazione di figure specializzate in Turismo DOP (es. creazione di un albo di operatori qualificati) attraverso percorsi formativi dedicati alla gestione sostenibile delle esperienze turistiche, alla conoscenza dei prodotti, del territorio e delle tradizioni oltre che delle strategie di sviluppo sostenibile adottate.
Certificazione di sostenibilità: introduzione di sistemi di certificazione volontaria delle imprese e dei territori che attestino la sostenibilità ambientale, sociale e culturale dell’offerta turistica legata alle IG.
Comunicazione integrata e responsabile: promozione del Turismo DOP, educazione ambientale, percorsi culturali e campagne sulla tutela e gestione del territorio evidenziando i valori di autenticità, biodiversità, cultura e sostenibilità, attraverso strategie narrative trasparenti e coinvolgenti finalizzate a intercettare una tipologia di turista attento e interessato ai valori che territorio e prodotto sono in grado di esprimere
Gestione dei flussi turistici: pianificazione dei flussi di visitatori per evitare fenomeni di sovraccarico ambientale e sociale, promuovendo modelli di visita responsabile e distribuita.
La sostenibilità turistica all’interno del piano strategico delle IG secondo il Regolamento europeo
Il Regolamento UE 2024/1143 introduce una nuova visione della sostenibilità delle IG come dimensione collettiva e strategica. I Consorzi di tutela e i produttori sono chiamati a sviluppare piani di sostenibilità che considerino gli impatti ambientali, economici e sociali delle produzioni certificate. In questo quadro, la componente turistica assume un ruolo centrale.
Integrare la dimensione turistica nei piani strategici di sostenibilità delle IG significa riconoscere che le attività turistiche possono contribuire allo sviluppo sostenibile amplificando i benefici economici e sociali della filiera e delle comunità locali, ma anche generare nuovi rischi, in termini di pressione ambientale e di perdita di autenticità. Pertanto, è necessario pianificare l’offerta turistica in modo coordinato, adottando criteri di sostenibilità condivisi sia a livello territoriale (governance di area vasta) sia a livello aziendale (buone pratiche operative).
A livello di governance territoriale una menzione particolare meritano paesaggio e biodiversità che rappresentano due asset importanti per sviluppo del Turismo DOP. Il paesaggio che caratterizza ciascuna IG ha infatti un ruolo strategico per la qualità della vita e del territorio, integrandosi agli aspetti culturali e identitari che lo caratterizzano. La conservazione degli ecosistemi naturali è cruciale per garantire i molteplici servizi ecosistemici come l’impollinazione, la purificazione dell’acqua, la stabilità del suolo e, non da ultimo, l’attrattività turistica. Un paesaggio ricco di biodiversità e ben preservato rappresenta infatti una risorsa fondamentale per il turismo sostenibile, generando benefici economici e sociali significativi per le comunità locali.
A livello aziendale invece è necessario definire buone pratiche, requisiti e indicatori per la sostenibilità ambientale e sociale che possano essere declinati in base alla tipologia di operatori (aziende agricole, strutture di produzione, strutture turistiche). A titolo meramente esemplificativo, particolare attenzione meritano la gestione dei rifiuti, l’impiego di fitofarmaci, concimi, farmaci veterinari, energia, sprechi alimentari. In questo senso alcune norme volontarie possono essere impiegate come riferimento metodologico per l’implementazione di sistemi di gestione della sostenibilità e per i relativi monitoraggi ma anche per l’eventuale certificazione come strumento di garanzia e oggettivazione verso terzi.
La sostenibilità del Turismo DOP deve essere quindi costruita partendo da una strategia ben definita e sulle conseguenti azioni concrete: pratiche agricole, produttive e turistiche rispettose dell’ambiente, dell’uomo e degli animali, educazione/informazione dei turisti rispetto al valore delle IG, controllo dei flussi e delle modalità di fruizione, monitoraggio degli impatti generati. Solo integrando turismo e sostenibilità all’interno dei piani strategici delle IG sarà possibile rafforzare il ruolo delle Indicazioni Geografiche come modelli di sviluppo territoriale sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e della nuova Politica Agricola Comune.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 27 / N° 02/2025