Si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio e nel primo semestre 2025 la tendenza si conferma, con una produzione stabile e una spesa domestica in aumento. A fornire il quadro è Unaitalia, l’associazione nazionale del settore avicolo italiano, comparto che conta oggi 64 mila addetti lungo l’intera filiera – di cui 25.500 nella trasformazione – e un fatturato complessivo di 7,75 miliardi di euro (+3,3% sul 2023).
Le carni bianche rappresentano il 44% delle carni acquistate dagli italiani e il 34% della spesa domestica complessiva per la carne, confermandosi proteine accessibili, versatili e sostenibili.
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Il percorso certificato dal Disciplinare non è frutto di imposizioni ideologiche ma di una scelta lungimirante del settore. Incardinato in una regola tecnica autorizzata dal Ministero dell’Agricoltura nel 2005 e sottoposto ad audit periodici di un organismo terzo di controllo (il Csqa), il Disciplinare – giunto oggi alla sua ottava revisione – è una sintesi della visione dell’avicoltura: la ricerca del punto di equilibrio migliore possibile tra sostenibilità, accessibilità e competitività.
“Il settore garantisce un’offerta diversificata di qualità che tiene conto delle scelte reali dei consumatori, non dismettendo mai l’obiettivo di miglioramento continuo di standard e processi lungo tutta la filiera – continua Forlini. L’Associazione è al fianco delle imprese fornendo supporto nella analisi dei fabbisogni e la realizzazione di iniziative concrete di formazione, ricerca e condivisione di buone pratiche. Un esempio tangibile di questa visione è la riduzione dell’utilizzo del farmaco antibiotico in avicoltura che dal 2011 al 2024 è stata pari al -95% (fonte: elaborazione Unaitalia su dati ClassyFarm) e prende le mosse da un piano volontario promosso da Unaitalia dieci anni fa”.
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Fonte: Distribuzione Moderna.info